La discussione sull’intelligenza artificiale in grado di sostituire ruoli, reparti e persino intere aziende imperversa da tempo. Tuttavia, i CEO con cui mi interfaccio non pongono l’accento su un’eventuale rimpiazzo del personale, bensì su come riorganizzare la leadership e i team operativi per massimizzare il contributo dell’IA. Questa è la domanda che conta. Il fulcro della risposta risiede nella progettazione di una struttura ispirata a Organizational Physics, capace di favorire la collaborazione tra persone e agenti IA durante la crescita. Al cuore di questo assetto si colloca lo Strategic Execution Team (SET).
Con l’IA cambiano i confini delle possibilità: un esempio è la generazione di report che prima richiedeva ore di lavoro manuale, oggi completata in pochi secondi. L’analisi di grandi quantità di dati diventa rapida e accurata, mentre chatbot e agenti intelligenti gestiscono richieste di primo livello. Queste innovazioni aprono scenari competitivi prima inimmaginabili, ma introducono un nuovo disordine: i team rischiano di duplicare attività, le responsabilità sui risultati si confondono e i leader perdono di vista il flusso di energie umane e artificiali all’interno dell’organizzazione.
Nella struttura tradizionale per funzioni – Marketing, Vendite, Operations e così via – l’integrazione dell’IA moltiplica la complessità, determinando confusione e rallentamenti proprio quando servirebbero chiarezza e rapidità delle decisioni.
Per affrontare questa sfida, Organizational Physics ha sviluppato il modello SET. Aziende come Aldevron, FostrAI, Yoco, TransferGo e Sounds True lo hanno adottato con successo. Il SET è un team di leadership esteso e trasversale che detiene i diritti decisionali sugli OKR strategici. Traduce la visione aziendale in priorità esecutive interfunzionali, rileva segnali di disordine e coordina le interazioni tra persone, processi e agenti IA, mantenendo sotto controllo l’equilibrio delle energie a tutti i livelli.
Lex Sisney, fondatore di Organizational Physics, sintetizza: “L’IA non compete con il team ma ne potenzia le performance”. Elabora enormi volumi di dati in tempo reale, restituisce insight di mercato, previsioni e scenari di rischio, riduce carichi ripetitivi e libera tempo per attività creative e strategiche.
Come integrare l’IA con il modello SET:
- Il SET guida un inserimento strutturato dell’IA in leadership, tattica e operatività.
- Il principio da Designed to Scale recita: “Structure must align with the lifecycle stage”.
- Quattro fasi principali:
- Pilot It: sperimentare agenti IA in contesti limitati; il SET analizza segnali di disordine e valuta il valore aggiunto.
- Nail It: codificare i workflow IA-umano e rivedere ruoli, diritti decisionali e OKR.
- Scale It: estendere le pratiche convalidate, tenendo sotto controllo l’energia complessiva per contenere la complessità.
- Milk It: migliorare costantemente i processi e captare nuove opportunità grazie a feedback rapidi.
Procedere alla fase Scale It senza aver prima completato Nail It espone a rischi elevati. Un caso concreto: un e-commerce ha accelerato la creazione di codici promozionali tramite IA senza aver definito ruoli, metriche e processi, finendo per sospendere temporaneamente l’intera procedura per riallineare obiettivi e responsabilità.
Spesso i CEO commettono l’errore di nominare un Chief AI Officer o avviare iniziative IA isolate, lasciando intatta la struttura esistente. Questa scelta equivale a montare un motore a reazione su una barca a vela senza ridisegnare il timone: aumenta la velocità, ma priva l’organizzazione di un controllo coerente. Invece, il SET va ricalibrato: reso interfunzionale, formato sulle tecnologie IA e privo di sovrapposizioni di responsabilità tra le varie funzioni.
Un punto focale del modello SET riguarda la distinzione tra decisioni di Tipo 1 e di Tipo 2. Le prime rimangono appannaggio degli esseri umani, con l’IA a fornire dati e possibili scenari; le seconde, man mano che gli agenti migliorano, possono essere delegate direttamente all’IA.
Il SET deve monitorare costantemente indicatori quali tempi di ciclo, tassi di errore, numero di interventi manuali residui e confusione nell’assegnazione dei compiti. Questi segnali di disordine mostrano dove i flussi basati su IA creano frizioni o disallineamenti organizzativi. Allo stesso tempo, la struttura va adeguata in relazione all’evoluzione delle tecnologie e allo stadio di sviluppo aziendale, per mantenere un bilanciamento energetico efficace.
L’intelligenza artificiale funge da moltiplicatore delle energie, accelerando l’efficienza produttiva e di mantenimento di un’impresa. Senza un SET dedicato a osservare, orchestrare e riequilibrare questi flussi, tuttavia, l’IA rischia di amplificare il disordine più di quanto migliori le performance. L’obiettivo del CEO non è trovare il gadget tecnologico migliore, ma definire e aggiornare un sistema che consenta a persone e agenti intelligenti di cooperare in modo coordinato e sostenibile durante tutto il percorso di crescita. La responsabilità finale resta nelle mani del CEO e del suo Strategic Execution Team.