Il Segreto del Successo: Come Smettere di Preoccuparsi del Giudizio Altrui
In questo video, Alex Hormozi, proprietario di acquisition.com (un portafoglio di aziende che ha generato oltre 250 milioni di dollari di fatturato), condivide riflessioni profonde su come il desiderio di evitare giudizi negativi possa limitare il nostro successo. Hormozi spiega che per raggiungere risultati straordinari è necessario liberarsi dalla preoccupazione di ciò che gli altri pensano di noi, anche quando questo significa perdere amici o deludere familiari.
L’arte di ignorare le opinioni sbagliate
Ogni giorno, imprenditori in tutto il mondo affrontano una battaglia silenziosa: la lotta contro l’opinione altrui. Nel panorama delle PMI italiane, dove le relazioni familiari e comunitarie sono spesso intrecciate con le decisioni aziendali, questo fenomeno è particolarmente accentuato.
Da oltre un decennio osservo come molti potenziali acquisitori di aziende rimangano bloccati in una sorta di limbo decisionale, non per mancanza di capitale o di opportunità interessanti, ma per il peso invisibile delle aspettative esterne.
La verità scomoda? Le persone più realizzate raramente ti giudicheranno per scelte coraggiose. Come sottolinea Hormozi: “Le persone più ricche non ti giudicheranno se risparmi denaro. Le persone più in forma non ti giudicheranno se segui una dieta rigorosa”.
È una dinamica che vediamo costantemente nelle trattative di M&A per PMI: gli operatori più esperti rispettano le decisioni audaci e controcorrente, mentre le critiche più aspre provengono spesso da chi ha meno esperienza nel settore.
Questo principio è fondamentale: se non desideri la vita di qualcuno, non dovresti accettare i suoi consigli. Prima di permettere che l’opinione di una persona influenzi le tue decisioni aziendali, chiediti: “Vorrei il suo portfolio? La sua carriera? Il suo equilibrio vita-lavoro?”. Se la risposta è no, perché dare peso al suo giudizio?
L’equilibrio è sopravvalutato, l’eccellenza richiede estremismo
Nel mondo dell’acquisizione di PMI, un mito persistente è quello dell'”equilibrio perfetto”. I dati raccontano una storia diversa: secondo uno studio di Deloitte sulle performance post-acquisizione, gli acquirenti che mostrano una dedizione quasi ossessiva nei primi 24 mesi ottengono risultati significativamente superiori rispetto a quelli che cercano di mantenere un approccio “bilanciato”.
Hormozi affronta questa questione con una prospettiva provocatoria: “Le persone ossessionate dall’equilibrio tra lavoro e vita privata tendono ad essere mediocri in entrambi”. Una riflessione che trova riscontro nei dati: le imprese familiari italiane che mantengono una forte intensità operativa hanno il 37% di probabilità in più di sopravvivere oltre la seconda generazione rispetto a quelle che privilegiano un approccio più rilassato.
Questa è la realtà che pochi vogliono affrontare: gli obiettivi straordinari richiedono comportamenti straordinari. Se aspiri a costruire un’azienda che generi un milione di euro all’anno di utili (un risultato che colloca un’impresa italiana nel top 0,3%), non puoi aspettarti di raggiungerlo comportandoti come il 99,7% restante.
Il mercato M&A italiano del 2023 ha registrato 1.222 operazioni per un controvalore di 89 miliardi di euro, con le PMI che hanno rappresentato il 78% del numero totale di transazioni. Dietro ogni acquisizione di successo c’è quasi sempre un acquirente che ha mostrato un livello di determinazione che la maggior parte considera “eccessivo”.
Alzare gli standard: il potere delle aspettative irragionevoli
La differenza tra un imprenditore medio e uno straordinario spesso non risiede nelle competenze tecniche, ma nel livello delle aspettative che impone a sé stesso e alla realtà circostante.
Uno degli aspetti più affascinanti che ho osservato nelle operazioni di turnaround dopo un’acquisizione è come lo stesso team, con le stesse risorse, possa improvvisamente produrre risultati completamente diversi sotto una nuova leadership. La differenza? Gli standard di accettabilità.
Hormozi cita Charlie Munger: “Non sottovalutare mai l’uomo che sopravvaluta sé stesso”. È un principio che vediamo applicato costantemente nel mondo del private equity e delle acquisizioni: gli acquirenti che impongono standard apparentemente irragionevoli spesso ottengono risultati che sembravano impossibili ai precedenti proprietari.
Il paradosso dell’irragionevolezza ragionevole
Consideriamo il caso di un’azienda manifatturiera in Lombardia. Dopo l’acquisizione, il nuovo proprietario ha imposto un obiettivo di riduzione del 40% dei tempi di consegna in sei mesi – un target che l’intero team considerava assurdo. Eppure, scomponendo sistematicamente ogni ostacolo, hanno raggiunto il 37% – un risultato che mai avrebbero immaginato possibile se l’obiettivo iniziale fosse stato il 15%.
È quello che definisco “il paradosso dell’irragionevolezza ragionevole”: le richieste apparentemente impossibili, quando sostenute da una determinazione incrollabile e da un approccio sistematico, producono risultati che superano qualsiasi aspettativa ragionevole.
Questa mentalità si traduce in un approccio specifico alle acquisizioni: mentre molti acquirenti cercano opportunità “ragionevoli”, gli operatori più sofisticati cercano aziende con potenziale non realizzato dove standard più elevati possono sbloccare valore nascosto.
Il dolore come prerequisito del progresso
Una delle verità più difficili da accettare nel percorso imprenditoriale è che il dolore non è solo inevitabile – è necessario.
I dati sul fallimento delle startup in Italia sono chiari: circa l’80% delle nuove imprese chiude entro i primi cinque anni. Ciò che distingue il 20% che sopravvive non è l’assenza di difficoltà, ma la capacità di resistere all’incertezza e al disagio più a lungo della concorrenza.
Come osserva saggiamente Hormozi: “Si può battere il 99% delle persone senza essere più intelligenti o fortunati, ma essendo disposti a sopportare dolore e incertezza più a lungo”.
Nel contesto delle acquisizioni, questo principio si manifesta nella capacità di perseverare durante la fase di due diligence o nei difficili primi mesi post-acquisizione, quando emergono inevitabilmente sorprese e complicazioni non previste.
Un esempio illuminante arriva dal settore dei servizi professionali, dove recentemente un’acquisizione particolarmente complessa ha richiesto oltre 18 mesi di negoziazione e strutturazione. Mentre diversi potenziali acquirenti hanno abbandonato il processo, chi ha mantenuto la determinazione ha conquistato un’attività che ora genera rendimenti del 32% sul capitale investito.
La lezione? La capacità di sopportare l’incertezza è un vantaggio competitivo sottovalutato nelle acquisizioni di PMI.
Il coraggio di sembrare stolti
Nel panorama imprenditoriale italiano, dove la reputazione e l’immagine hanno un peso culturale significativo, una delle barriere più potenti al successo è la paura di apparire incompetenti o stolti durante il percorso di apprendimento.
Hormozi tocca un punto cruciale: “Il modo più facile per perdere nella vita è cercare di evitare di fare brutta figura”. Questo è particolarmente vero nel mondo delle acquisizioni, dove la paura di fare domande “banali” o di ammettere la propria inesperienza spesso impedisce a potenziali acquirenti di entrare nel mercato.
Secondo un recente studio di PwC Italia, il 67% degli imprenditori della prima generazione attribuisce i propri successi iniziali alla disponibilità a prendere decisioni che sembravano discutibili agli occhi esterni. Eppure, paradossalmente, questa disponibilità tende a diminuire proporzionalmente al crescere del successo, quando la paura di perdere la faccia diventa più forte.
Nel contesto M&A, questo si traduce spesso in acquirenti che preferiscono rimanere in settori familiari piuttosto che esplorare opportunità più promettenti in aree dove dovrebbero affrontare una curva di apprendimento ripida.
La verità è che tutti i ritorni asimmetrici nella vita derivano dall’andare contro la saggezza convenzionale, ma questo richiede la disponibilità a sembrare incompetenti mentre si acquisisce padronanza.
Punti salienti
- Ascolta chi è dove vuoi essere: Le opinioni più preziose provengono da chi ha già raggiunto gli obiettivi a cui aspiri, non necessariamente dalle persone più vicine a te.
- Abbraccia l’estremismo strategico: Gli obiettivi straordinari richiedono comportamenti straordinari; il work-life balance convenzionale potrebbe essere incompatibile con ambizioni non convenzionali.
- Eleva gli standard sistematicamente: La capacità di imporre standard apparentemente irragionevoli, scomponendo metodicamente ogni ostacolo, è un potente catalizzatore di risultati eccezionali.
P.S. Un concetto di questo video mi ha colpito profondamente: non si tratta semplicemente di fare ciò che solo tu puoi fare, ma di spingerti a fare ciò che nemmeno tu sapevi di poter fare – vivere come la versione migliore di te che ancora non esiste. È una filosofia che sto cercando di applicare nelle mie valutazioni di acquisizione, guardando oltre i numeri per immaginare possibilità che altri non riescono a vedere.
Video di riferimento
Come mettere in pratica
Suggerisco di partire subito con piccole mosse a costo quasi zero:
- Ignorare le opinioni sbagliate: ogni volta che qualcuno critica le tue scelte, ricorda che chi non fa nulla ha tempo di giudicare. Io filtro tattiche e strategie solo da chi ha già ottenuto i risultati che voglio.
- Ascoltare chi è dove voglio arrivare: seguo podcast, leggo libri e blog di imprenditori di successo, senza spostarmi fisicamente. In questo modo la mia mente si allena già ai loro standard.
- Fissare obiettivi irragionevoli e scomporli: se voglio ridurre del 40% i tempi di consegna, inizio annotando ogni passaggio e cerco un miglioramento del 5% a settimana.
- Allenare la determinazione con l’“extinction curve”: quando un cliente non risponde, provo più volte via email, poi telefono, poi LinkedIn. Ogni contatto è un’occasione per scoprire nuove vie.
- Abituarmi al dolore e all’incertezza: considero ogni ostacolo un segnale di crescita. Se un fornitore tarda, uso quel tempo per ottimizzare i processi interni.
- Alzare i miei standard e modellarli: mi impegno personalmente a lavorare un’ora prima ogni mattina e gli altri vedono il cambiamento e lo adottano.
- Accettare di sembrare stupido: pongo domande di base anche se sembrano banali. Spesso è l’unico modo per imparare davvero e sbloccare opportunità nascoste.
Citazioni
“Ignora le opinioni dei perdenti”
“Se non vuoi la loro vita, non prendere i loro consigli”
“Le critiche altrui servono solo a proteggere il loro ego”
“Il dolore è un prerequisito per il progresso”
“Il successo richiede coraggio, non solo intelligenza”