Sei pronto a far decollare le tue campagne (e le tue acquisizioni)?
Immagina di spendere decine di milioni di euro in pubblicità ogni anno e di avere un sistema collaudato in 12 passi per scrivere ogni singolo annuncio. Questo è il “dietro le quinte” che ho scoperto guardando un video di chi fa proprio questo da 14 anni. Quello che ho imparato non riguarda solo Facebook Ads o Google Ads, ma anche come strutturare un offer memo, un’email di outreach per un SME acquisition, o persino un LOI: perché ogni comunicazione è un modo per convincere (vendere) e convertire (acquisire).
In questo post scoprirai:
- Come un titolo killer può triplicare il tasso di apertura (e perché è vitale anche per un investor deck).
- Perché la prova batte sempre la promessa (pensalo come un earn-out basato su risultati reali).
- L’arte di chiamare il tuo interlocutore per nome (e di dire chi non cerchi: polarizza e rafforza il messaggio).
- Un approccio anticonvenzionale: l’“ammissione dannosa” per conquistare fiducia.
- Il deep dive sulla semplicità: leggere a livello di terza elementare favorisce ogni conversione, dal web form alle negoziazioni di roll-ups.
Pronto a prendere appunti? Procediamo!
1. Il potere del titolo: l’80% del tuo budget
Nel video ho visto citare un dato sorprendente: «Una volta scritto il titolo, hai speso 80 centesimi del tuo euro investito in pubblicità». Tradotto: il titolo è il 80% del successo. Se passi da un CTR (click-through rate) dell’1% al 3%, triplichi gli interlocutori che vedono tutto il resto dell’offerta.
Per chi lavora in B2B e si occupa di SME acquisition, il “titolo” è l’oggetto di un’email o il claim in homepage del tuo sito di deal sourcing. Un gancio ben calibrato – basato su curiosità, unicità e promessa di un beneficio specifico – può moltiplicare l’apertura delle email e generare lead di qualità. Ad esempio:
- “Come acquisire un’azienda da 1 M€ di fatturato in 6 mesi, anche se non hai mai fatto M&A.”
- “Il segreto non convenzionale per strutturare un earn-out che protegge venditore e acquirente.”
Deep-dive:
Analizza le newsletter dei migliori operatori di private equity. Quali titoli usano? Metti alla prova la “legge del 3 secondi”: se non cattura la tua attenzione, cambia. E ricorda: puoi “rubare” headline efficaci anche da altri settori (travel, fitness, weight-loss), purché poi le adatti al tuo contesto.
2. Prova vs promessa: ciò che solo tu puoi affermare
“Nessuno può copiare la tua prova.” Questa frase mi ha colpito. Se hai speso decine di milioni in pubblicità o hai chiuso un portafoglio di 100 PMI con roll-ups in nicchie specifiche, dillo. La prova (proof) è un asset difendibile, al contrario di un’offerta generica che chiunque può copiare.
Nel contesto di un SME acquisition, traduci questa lezione così:
- Prova: “Abbiamo acquisito e integrato 15 realtà nell’ultimo biennio, accrescendo il fatturato aggregato del 35%.”
- Promessa generica: “Ti aiuteremo a far crescere la tua azienda.”
I potenziali venditori – proprio come i consumatori – cercano credibilità. Un track record dettagliato è il tuo scudo più forte. Inseriscilo subito in executive summary, email di contatto e landing page.
3. Parla a uno, non alla massa
È molto più potente chiamare per nome “l’imprenditore da 500 K€ – 2 M€ di fatturato” e dire chi non cerchi (“Chi fattura meno di 300 K€, può ignorare questa email”), piuttosto che “offerta aperta a tutti”. In M&A, polarizzare significa:
- Definire la dimensione minima di fatturato o EBITDA per cui sei operativo
- Indicare settori target (manifattura, B2B-services, TMT) e dove non ti muovi
- Creare un rapido self-selection del venditore: chi corrisponde al profilo si fa avanti.
Questo approccio ha un doppio vantaggio: riduce il numero di interlocutori non qualificati e aumenta l’engagement di chi è nel tuo radar ideale.
4. Urgenza e scarsità: la leva
Ogni buon investitore sa che i deal flow migliori durano poco. Allo stesso modo, le leve di persuasione funzionano su due dimensioni:
- Scarsità (quantità limitata): “Solo 5 slot per diligence diretta con il nostro team M&A.”
- Urgenza (tempo limitato): “Call dedicata entro il 30 aprile, dopodiché passiamo alle candidature successive.”
Se davvero hai 5 posti per un’offerta di earn-out o un workshop su come costruire un roll-up, mettili nero su bianco e rispettalo: dire “no” a chi arriva dopo mantiene intatta la tua reputazione e alimenta la fame di chi rimane.
Deep dive: la semplicità vince sempre
Lo sapevi? La maggior parte dei lettori legge solo testi dal livello di lettura di terza elementare. Le trattative M&A non fanno eccezione. Un documento di 20 pagine scritto in burocratese disincentiva chi deve prendere decisioni velocemente.
Regola d’oro:
- Frasi brevi (10–12 parole).
- Parole quotidiane.
- Nessun “avverbio” inutile: preferisci verbi forti.
- Un concetto per frase.
Esempio di semplificazione:
- Complesso: “Il nostro veicolo di investimento adotta una strategia roll-up multi-settoriale sinergica.”
- Semplice: “Acquistiamo PMI in settori affini per farle crescere insieme.”
Questa chiarezza riduce l’attrito, accelera le approvazioni interne e facilita le negoziazioni (dall’NDAs al term sheet).
5. Intuizione controcorrente: l’ammissione dannosa
Una mossa controintuitiva? Mettere in evidenza i tuoi difetti. Nel video ho visto esempi di “damaging admissions” costruiti con la formula “verità, ma…”. In M&A, potresti dire:
“Abbiamo un team snello e non seguiamo processi super-burocratici, ma chi lavora con noi ottiene closing più rapidi e poche sorprese.”
Risultato: il venditore pensa che sei trasparente, smaschera subito le sue obiezioni interne e la tua credibilità sale alle stelle. Quando tutti promettono il “processo perfetto”, tu guadagni fiducia dicendo: “Sì, non siamo perfetti, però facciamo quello che diciamo.”
Punti salienti da portare subito in agenda
- Dedicare l’80% della creatività al titolo (oggetto email, claim sito, executive summary).
- Usare la prova (track record, referenze) come scudo competitivo.
- Polarizzare l’offerta: chi cerchi e chi non cerchi, per far “alzare la mano” al venditore giusto.
- Applicare scarsità e urgenza su slot di diligence, webinar o offerte di earn-out.
- Semplificare ogni frase: niente gergo, pochi avverbi, verbo chiaro e diretto.
P.S. La vera conversione avviene quando ogni parola conduce la controparte al passo successivo. Prova a riscrivere un’email di outreach con questi principi e osserva come cambia il tasso di risposta.
Video di riferimento
Come mettere in pratica
Strategie di implementazione a basso costo e alto impatto
Mi concentrerei prima sul titolo delle mie comunicazioni, perché è lì che spendo l’80% del mio sforzo creativo.
Un modo semplice per farlo subito:
- Oggetto email / claim sito
- Scrivo tre varianti basate su curiosità e unicità.
- Misuro in fretta il CTR interno o aprendo una conversazione con colleghi.
- Mettere in mostra la prova
- Riporto numeri reali: «Abbiamo acquisito 5 PMI in 12 mesi».
- Inserisco testimonianze brevi e concrete in ogni email o landing page.
- Parlare a una persona specifica
- Definisco il profilo ideale: «Solo imprenditori con fatturato 500 K€ – 2 M€».
- Aggiungo chi non cerco, riducendo risposte non qualificate.
- Urgenza e scarsità autentiche
- Annuncio «Solo 3 slot di call entro il 30 aprile».
- Rispetto la scadenza: dire “no” dopo rafforza la mia reputazione.
- Semplificazione radicale
- Trasformo ogni frase in massimo 10 parole con parole di uso quotidiano.
- Elimino gerghi e avverbi inutili, sostituisco “velocemente” con “in fretta”, “incrementare” con “far crescere”.
Questi passaggi richiedono pochi euro e qualche ora di test. Inizio subito a riscrivere un’email di outreach con questi punti e monitorerò il tasso di apertura e risposta.
Citazioni
“Un titolo efficace vale l’80% del tuo budget pubblicitario”
“Un titolo killer può triplicare i risultati della tua pubblicità”
“La prova batte sempre la promessa”
“Semplice vince su sofisticato”
“Ogni riga di copy vende la successiva”